dieta a zona (terza parte)

Lo scopo della dieta a zona è mantenere i livelli di glicemia costante, modulando la risposta dell'insulina al cibo. Esistono cibi ad alto indice glicemico (il pane, lo zucchero e altri carboidrati) che una volta ingeriti e digeriti alzano notevolmente la glicemia del sangue conducendo a una maggior secrezione di insulina; viceversa i cibi a basso indice glicemico (per dire le mele, la verdura, la carne in generale ecc. ecc.).
Pertanto, Barry Sears (il biochimico americano che ha studiato questo metodo di alimentazione) ha dedotto che occorreva intanto costruire la nostra dieta in base al fabbisogno proteico di ciascuno di noi; su questo calcolare l'apporto di grassi e di carboidrati a basso indice glicemico. La base della dieta è il rapporto di 40:30:30 tra carboidrati, proteine e grassi, tutto calcolato da un punto di vista calorico.
Ognuno di noi in base alla propria attività fisica necessita di almeno 1-2 grammi di proteine per chilogrammo di massa magra. Per cui occorre calcolare la percentuale di massa magra del proprio corpo; per esempio un uomo di 80 kg con una massa magra del 75%, vuol dire che ha 60 kg di massa magra e quindi necessita al giorno di almeno 60 grammi di proteine da assumere con il cibo. Se questo uomo fa una moderata attività fisica magari necessita di 90 grammi di proteine...e così via. Le proteine non possono essere accumulate nel nostro corpo, e vanno introdotte regolarmente durante la giornata con vari pasti. Aumentare la frequenza dei pasti migliora anche la stabilizzazione dei livelli glicemici. In conclusione, non possiamo prescindere dall'assumere un piccolo quantitativo di proteine per ogni pasto; i pasti a base solo di pasta al pomodoro non sono molto equilibrati...